lunedì 4 ottobre 2010

T Group Fognano 2010


 Terminata l'esperienza del t-group ogni partecipante ha lasciato un pensiero su ciò che avrebbe portato via con sé e su ciò che avrebbe lasciato: ecco la raccolta delle frasi. Le riportiamo perché ognuno possa rileggere le proprie e quelle degli altri, a distanza di tempo, per non dimenticare cosa è scaturito da quei momenti.

-lascio la paura di rischiare
-porto l'umiltà dei grandi
-lascio qui (spero): l'angoscia dell'acuto desiderio di essere accettati nei gruppi e anche in famiglia
-porto la consapevolezza che non decidere è prendere una decisione
-lascio una mia paura che mi fa perdere opportunità di sperimentarmi
-mi porto a casa il desiderio di concludere, di raggiungere, di approdare: Itaca non è la fine del viaggio ma un nuovo inizio
-spero di lasciare agli altri che l'accettazione della diversità è fondamentale
-prendo un po' di leggerezza e di voglia di vivere in allegria
-lascio il dover per forza ottenere un risultato
-porto con me tanta forza di fare sempre di più quello che fa star bene me
-spero di lasciare qui e tendenzialmente per sempre l’idea che le cose vengano solo con la fretta
-porto con me: un po' di leggerezza, energia, la consapevolezza della diversità e l'accettazione di questa, autoefficacia, il ricordo del battito del cuore dei membri del mio gruppo, il silenzio
mi porto via: l'impegno di imparare ad accettare le diversità delle persone senza cercare di cambiare o senza per forza dover copiare qualche cosa
-lascio qua l’ansia e l’incapacita’ di muovermi
-porto il piacere di essermi pentita "dentro"
-porto il voler trovar sempre una coesione nelle idee ed emozioni delle persone che mi stanno vicine
-porto il coraggio di rischiare
-lascio qui la debolezza
-porto la consapevolezza che il contatto è difficile ma non impossibile e che il tempo mi è necessario per selezionare ed aprire
-lascio non saper dire di no , la paura di rifarlo
-porto la libertà di uscire ed entrare dal/nel gruppo rispettando i miei bisogni, i miei desideri, le mie necessità, il mio tempo, il mio spazio
-lascio qui la bella idea che le conclusioni sono la parte piu’ effimera della ricerca:
le mie utopie ludiche e rinvianti
-porto l'emozione che segna l'apprendimento: preoccuparsi di riconoscere le fasi di evoluzione durante il progetto del gruppo
-porto via la speranza che questa faticosa esperienza mi abbia migliorata nei rapporti con gli altri
-porto con me consapevolezza e minimo un Kg in più
-lascio la paura delle mie emozioni :
anche questa volta sono state potenti e hanno sconfinato.
anche questa volta qualcuno ha cercato di proteggermi.
non sono piu’ motivo di paura ma di connessione.
-porto con me i gesti che mi hanno fatto sentire l’appartenenza.
-lascio un pezzetto delle mie intemperanze
-porto con me le risate mie, leggere, aperte, come non le facevo da tempo. Ero qui, e solo qui, e il gruppo mi ha preso dentro e mi ha protetto dal dolore di fuori.
-porto con me dipendenza, contro-dipendenza, interdipendenza, modulazione dello spazio, contatto fisico appartenenza al gruppo/indipendenza, leadership, membership, ….possibilita’ di decisione delle aspettative e suo utilizzo, relazione con la propria aggressivita’


    3 commenti:

    masemeco ha detto...

    Come sempre una bella esperienza!
    Un saluto a tutti i partecipanti e alle Suore del Convento di Fognano!! :-D

    Anonimo ha detto...

    pensavo tra me e me che la memoria di un t-group è profonda e viscerale e fugge, come l'ombra dai passi che l'inseguono, da ogni tentativo di sistematizzazione e di racconto. più che una memoria è un seme che sa trovare da solo, dentro di noi, la sua acqua e le sue radici.
    oggi quelle frasi sono già un'altra cosa, forse una pianticella, un grappolo o un filo d'erba.
    se posso permettermi un consiglio (in ogni caso lo do a me stesso) provate a infrangere quella lapide di intenzioni scolpite nel passato. provate a lasciarle là dove devono restare. dove avete voluto che restassero.
    e girate la testa.
    qui ed ora dico.
    ciao bell*!
    alla prox.
    vince.

    Anonimo ha detto...

    pensavo tra me e me che la memoria di un t-group è profonda e viscerale e fugge, come l'ombra dai passi che l'inseguono, da ogni tentativo di sistematizzazione e di racconto. più che una memoria è un seme che sa trovare da solo, dentro di noi, la sua acqua e le sue radici.
    oggi quelle frasi sono già un'altra cosa, forse una pianticella, un grappolo o un filo d'erba.
    se posso permettermi un consiglio (in ogni caso lo do a me stesso) provate a infrangere quella lapide di intenzioni scolpite nel passato. provate a lasciarle là dove devono restare. dove avete voluto che restassero.
    e girate la testa.
    qui ed ora dico.
    ciao bell*!
    alla prox.
    vince.